Il titolo di questi pensieri potrebbe essere visto come una parafrasi del nome di un noto gruppo musicale… ebbene, andando a vedere come si erano dati il nome, non è completamente fuori luogo neanche questo titolo.

Ogni giorno penso al verde, il verde smeraldo intenso, quello da cui la Valle in cui mi sono trasferito da qualche anno prende a giusta ragione il nome. Infatti è nota in tutto il mondo come Verzasca. E quando penso a questa Valle che posso definire oramai anche un po’ mia, vedo il paesaggio, gli animali, le persone, le costruzioni, insomma l’ambiente che nei secoli di civilizzazione ha imparato a convivere con la natura secondo i suoi propri ritmi.

Scendendo più a valle troviamo una costruzione moderna (anche se ha già qualche decennio di onorato servizio alle spalle), funzionale, elegante, che incute per certi versi anche rispetto e timore, una costruzione visionaria che il compianto Ing. Lombardi ha progettato e realizzato con uno spirito e una forza di volontà d’altri tempi. Trovo personalmente che questa opera lungimirante è un fiore all’occhiello per quanto riguarda l’integrazione nel paesaggio, la scelta dell’ubicazione (per motivi principalmente geologici va detto), e la sostenibilità della produzione di energia idroelettrica, tra l’altro anche per quanto riguarda il discorso dei deflussi minimi, che per la sua poca distanza dal lago è inesistente in questo caso.

La diga della Verzasca – Affascinante, mette comunque sempre soggezione

IL VERDE COSCIENZA

Io non penso che oggigiorno, alle nostre latitudini, abbiamo una mancanza di coscienza ecologica. Anzi, ne abbiamo per certi versi troppa che viene sfruttata dagli abili pubblicitari, e spesso con le nostre azioni quotidiane effettuiamo quindi acquisti tutt’altro che ecologici, ma essendo questi etichettati in modo appropriato, dormiamo con la coscienza pulita.

Qualche esempio:

  • Frutti o verdure “bio”, magari anche esotici, che sono etichettati singolarmente, l’etichetta beninteso in materiale plastico resistente all’umidità.
  • Non parliamo delle verdure e della frutta fuori stagione che provengono da oltremare, ma portano l’etichetta della produzione sostenibile.
  • Risparmiamo il viaggio al negozio per comperare l’abbigliamento, ma poi facciamo arrivare lo stesso a casa nostra con la posta, e lo re inviamo (tanto non costa niente) perché non va la misura, magari un paio di volte.
  • Condividiamo video di propaganda ecologica, e  lo facciamo con l’ultimissimo modello di smartphone. Non ci passa minimamente per la testa che proprio esso è stato prodotto con materiali la cui provenienza è tutto fuorché ecologica.
  • Comperiamo l’ultimo modello di automobile che rispetta le normative EUR qualcosa, ma non ci poniamo mai le seguenti due domande: Dove va a finire la mia vecchia auto? Il bilancio ecologico (meno emissioni) compensa la produzione della nuova auto?
  • Vogliamo elettrificare tutto il parco veicoli, ma non pensiamo alla produzione della corrente necessaria.

Non penso di aver detto niente di nuovo e non pretendo nemmeno che la lista sia esaustiva…

IL VERDE LAVAGGIO (GREENWASHING n.d.r)

Come tutti ormai dovrebbero sapere, queste subdole tecniche di marketing (perché di questo, e nient’altro si tratta) ci vengono propinate tutti i giorni, e noi tutti i giorni ci caschiamo pagando fior fiore di quattrini per delle etichette pro coscienza. Nello stesso calderone vanno tanti dei  vari centesimi sul carburante, le varie tasse sul CO2, l’ipotizzato aumento dei prezzi dei biglietti aerei low cost, che secondo le fantasie di pochi dovrebbero essere portati al di sopra del costo di quelli della ferrovia.

Non me ne voglia nessuno, ma proposte come l’ultima, se ragioniamo sulle conseguenze che andrebbero a instaurare a lungo termine, probabilmente sono frutto di pensate fatte dopo aver analizzato il colore verde intenso del fondo di qualche bottiglia, rispettivamente delle foglie di una nota pianta…

IL VERDE INCOERENTE

Quello che mi da fastidio e mi fa riflettere, è che la maggior parte delle normative ecologiche che sono state imposte negli ultimi tempi sono solo di facciata. Normative spesso fini a se stesse, che non sono pensate fino in fondo, e che vengono messe in pratica senza pensare alle conseguenze.

Un esempio su tutti? Il limite di 80km/h in autostrada. Qualsiasi persona che osservi attentamente, potrà vedere che i valori non sono legati all’imposizione del limite ridotto di velocità, ma alla situazione meteorologica generale. Vi invito a guardare la webcam del Monte Generoso al termine di un periodo di favonio. Lascio a voi trarre le dovute conclusioni. Nessuno però si sogna di correlare i dati con l’effettiva situazione meteorologica, perché i risultati potrebbero portare alla luce quante storielle vengono raccontate da chi conosce solo il colore verde campagna (elettorale).

Attenzione dunque ai verdi ideologisti (quindi verdi, verdi liberali, socialisti, lega verde, ecc) perchè portano avanti le idee in maniera dogmatica, senza pensare alle conseguenze a lungo termine del loro agire per certi versi estremista.

IL VERDE CONSEGUENZA

Vogliamo continuare? Da una parte vi è la necessità di produrre corrente elettrica rinnovabile, poi però ci si oppone allo sfruttamento in modo adeguato dell’idroelettrico, o alla costruzione dei parchi eolici.

Si impongono criteri “Minergie”, ma poi si impedisce la ristrutturazione di costruzioni esistenti, anche questa volta con la scusa del paesaggio perché ovviamente l’argomento “ecologico” non si può usare in questo caso.

Vogliamo aumentare il costo dei biglietti aerei oltre a quello dei biglietti della ferrovia? Prima conseguenza: potrà volare solo chi può permetterselo! Seconda conseguenza: Chi non potrà volare prenderà il mezzo privato, visto che i prezzi della ferrovia sono fuori mercato. Scopo raggiunto? Direi proprio di no. Conseguenze negative: si è andati di nuovo a tartassare quella parte di popolazione che deve già ora rigirare ogni spicciolo.

IL VERDE TERRORE

Dato che a questo punto mi aspetto una serie di attacchi personali, tipico stile di chi fa dell’eco-terrorizzamento della popolazione la sua ragion d’essere (scusate il neologismo, ma non potevo definirlo “terrorismo”) e unicamente a causa della mia professione di pilota d’elicotteri, tolgo il vento dalle vele con la seguente domanda: Avete già considerato l’impatto ambientale e paesaggistico di una strada che dovrebbe essere costruita in sostituzione del mancato servizio in elicottero? (Dato che con l’elicottero il trasporto di materiale in zone inaccessibili avviene per lo più a favore di costruzioni per infrastrutture pubbliche?) Penso che il calcolo sia presto fatto, anche quello sulla sostenibilità.

IL VERDE REALISTA

Se vogliamo dunque davvero trovare delle soluzioni ecologiche a lungo termine, il catalogo delle misure da applicare risulta vastissimo. Queste misure vanno però applicate in modo coerente, senza estremismi e in maniera realista. Senza andare a strozzare la popolazione indigena con misure draconiane che non sortiscono nessun effetto tangibile.

Ne elenco una qualcuna:

  • Favorire la ricerca di nuovi materiali e nuove tecnologie, incentivando le aziende del territorio a produrle e sfruttarle. (ad esempio studiando sistemi di recupero del calore residuo dalle abitazioni).
  • Allentare i regolamenti che impediscono di riattare gli edifici esistenti, se il rifacimento contempla misure di miglioramento a livello ecologico
  • Incentivare tutte le attività a km zero, dirottando le varie tasse ecologiche ad esempio nell’economia forestale locale (ricordo che spesso la legna di faggio da ardere viene importata dall’Europa dell’Est per questioni di prezzo)
  • Disincentivare tutte le attività che sfruttano scappatoie legali per muovere merci al solo scopo di ottenere vantaggi fiscali dovuti al trasporto transfrontaliero.
  • Permettere lo sfruttamento delle energie rinnovabili in modo adeguato.

E ve ne sono molte altre che non riesco ovviamente a elencare tutte qui.

IL VERDE BUONSENSO

Dovremo anche autodisciplinarci, e sarà necessario uscire dalla nostra zona confort, rinunciando a qualche piccola comodità, per esempio qualche grado di temperatura di troppo in inverno, ed evitare gli studi di glaciologia applicata in ufficio d’estate, con i condizionatori al massimo. I miei colleghi di lista (la 5 e non un’altra, importantissimo!!!) siamo a disposizione di voi tutti per portare avanti un discorso equilibrato, che possa essere realizzato, per un futuro migliore e sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Vi prego di darci la possibilità di farlo.

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